Ampliare il welfare aziendale: visioni a confronto tra imprese e lavoratori

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Jul 3, 2025 3:31:43 PM

C’è un principio che emerge chiaramente dall’Osservatorio Welfare 2025: il welfare aziendale non funziona se viene pensato solo dall’alto. Per essere davvero efficace, inclusivo e utilizzato, deve nascere dal dialogo tra aziende e persone. Ma cosa significa davvero “ampliare il welfare”? E come si declina questo concetto nei bisogni delle persone e negli obiettivi delle imprese?

Andiamo ad approfondire:

Un welfare che parte dalle persone 

Il primo segnale è netto: il 91% del credito welfare disponibile viene effettivamente speso. Un dato che conferma quanto il welfare sia percepito come utile e rilevante. Tuttavia, dall’analisi qualitativa emerge una richiesta sempre più diffusa: flessibilità, personalizzazione e coerenza con la propria fase di vita. I lavoratori vogliono poter scegliere servizi realmente utili, distribuiti sul territorio e accessibili in modo semplice. Per i più giovani, questo significa formazione, tempo libero e benessere. Per chi ha famiglia, supporto alla genitorialità e spese scolastiche. Per chi guarda al futuro, previdenza e sanità. In altre parole: ampliare il welfare significa renderlo davvero adatto alle esigenze reali.

Le aziende: tra strategia, gestione e cultura organizzativa

Dal lato HR, l’ampliamento del welfare è visto come una leva strategica. Il 64% dei responsabili intervistati dichiara di voler investire in piani più ampi, con nuovi servizi e maggiore copertura. Le motivazioni principali? Favorire la retention, migliorare l’attrattività per i talenti, sostenere il benessere organizzativo e valorizzare il proprio ruolo sociale sul territorio. Tuttavia, le principali difficoltà riguardano:

  • La complessità nella gestione operativa;
  • Il timore di scarso utilizzo da parte dei dipendenti;
  • La difficoltà di comunicare con chiarezza le opportunità disponibili.

In particolare, le aziende faticano a proporre benefit mirati se non hanno strumenti di ascolto interni o feedback strutturati. Dove invece sono presenti survey, piattaforme agili e consulenza dedicata, l’impatto è evidente: maggiore soddisfazione interna, miglior utilizzo del credito e maggiore fidelizzazione.

La tecnologia per un welfare più semplice e vicino

Uno degli elementi più rilevanti per ampliare il welfare aziendale è il ruolo delle tecnologie digitali. Le piattaforme evolute rappresentano oggi un vero e proprio abilitatore di accessibilità, personalizzazione e coinvolgimento. Dall’Osservatorio emerge che le aziende che adottano soluzioni digitali semplici, con filtri intelligenti, percorsi guidati e simulazioni, registrano un tasso di utilizzo del credito significativamente superiore. Non solo: i lavoratori percepiscono il welfare come più vicino e fruibile, anche in contesti decentralizzati o ibridi. In questo contesto, strumenti come WelfareFinder – con la sua logica di geolocalizzazione e prossimità – rafforzano ulteriormente il legame tra tecnologia e valore concreto.

Leggi l’articolo “Welfare territoriale: perché la capillarità sarà il vero fattore strategico del 2025”

Il mismatch: priorità a confronto 

Uno dei dati più interessanti emersi dal confronto riguarda il gap tra ciò che i lavoratori chiedono e ciò che gli HR pensano sia più utile offrire.

Lavoratori:

  • 53% chiede supporto economico contro il caro vita;
  • 31% vorrebbe più servizi educativi per i figli;
  • 29% desidera benefit legati al benessere psicologico.

HR:

  • 51% punta su prevenzione medica e diagnostica;
  • 37% su previdenza;
  • 32% su benefit standard e fringe benefit.

Questo scollamento rischia di indebolire l’efficacia dei piani. Il welfare diventa percepito come “calato dall’alto” e meno vicino alla vita quotidiana delle persone.

Scarica l'Osservatorio Welfare 2025

Ampliare il welfare significa superare la logica della quantità per entrare in quella della qualità relazionale. Significa progettare con le persone, ascoltare i bisogni veri, ridurre le distanze tra offerta e domanda. E significa, soprattutto, passare da un welfare inteso come “dotazione aziendale” a uno percepito come risorsa personale e collettiva. Il welfare aziendale non è più un benefit: è un dialogo continuo tra impresa e persona. E questo dialogo, se ben coltivato, è la chiave per un’organizzazione più sana, inclusiva e sostenibile.

Scarica l’Osservatorio Welfare 2025 completo per esplorare le aspettative di aziende e lavoratori e scoprire come costruire piani più efficaci e partecipati: https://double-you.it/osservatorio-welfare

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