Tra i dubbi più frequenti quando si parla di welfare aziendale c’è il suo trattamento in busta paga e il relativo trattamento fiscale e contributivo.
In generale, i servizi di welfare aziendale non concorrono a formare il reddito del lavoratore e sono deducibili in capo all’azienda; tuttavia esistono delle soglie che, se superate, richiedono l’adempimento di alcuni obblighi. Vediamo di seguito di che cosa si tratta.
E per quanto riguarda la tassazione? Come vengono tassati i benefit del welfare?
Andiamo ad approfondire:
Tra i principali vantaggi del welfare aziendale vi è la non applicazione di IRPEF e contributi: i flexible benefit, infatti, sono uno strumento che consente ad aziende e lavoratori di godere di notevoli benefici, tra cui importanti risparmi economici e fiscali.
Bisogna precisare, però, che i benefit aziendali sono esenti da tassazione solo quando rientrano nei limiti fiscali imposti dalla legge, i quali variano a seconda della natura del benefit. Qualora si oltrepassasse la soglia prevista, occorrerebbe versare contributi con l’imponibile stabilita per ogni caso.
Andiamo quindi ad analizzare i principali tipi di benefit e i loro massimali.
L’agevolazione fiscale e contributiva per i benefit rientranti nel welfare aziendale non è totale, ma sono previste alcune eccezioni. Nello specifico, a seconda della tipologia di benefit esistono infatti alcuni limiti oltre i quali i benefit erogati al dipendente concorrono alla formazione del reddito.
Scopriamo di seguito quali sono:
I servizi sopra citati compaiono in busta paga come voce figurativa. Vi sono poi altri benefit che prevedono il rimborso delle spese sostenute dal lavoratore e/o dai suoi familiari.
Tra gli esempi di rimborsi spesa più utilizzati possiamo trovare i rimborsi per spese di istruzione dei familiari, dall’iscrizione all’asilo nido, passando per i testi scolastici e sino alla retta universitaria, i rimborsi per le spese assistenziali sostenute per il sostegno di familiari anziani e non autosufficienti, i rimborsi spese per l’acquisto degli abbonamenti al trasporto pubblico: completamente esenti da tasse e contributi, sono una tipologia di benefit aziendali che vengono erogati direttamente in busta paga e che si vanno a sommare al netto dello stipendio mensile.
Anche i premi di risultato possono essere convertiti in welfare aziendale, a patto che sussistano determinate condizioni. Sono convertibili infatti solo i premi che rispettano i requisiti per godere della tassazione agevolata pari al 10%, possibilità che si verifica quando vengono registrati incrementi rispetto a determinati obiettivi nel campo della produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione definiti all’interno dell’accordo di II livello o dell’accordo territoriale al quale l’azienda ha deciso di aderire.
Quando il premio di risultato ha effettivamente questi requisiti, allora il dipendente ha la possibilità, purché prevista all’interno dell’accordo sindacale, di scegliere se ricevere la sua premialità in busta paga, e quindi in denaro, oppure se convertirlo in welfare aziendale. Nel primo caso, il premio sarà tassato con aliquota agevolata pari al 10% e assoggettato a contribuzione ordinaria; nel secondo caso, invece, risulterebbe completamente esente da tasse e contributi, sia per il dipendente sia per l’azienda. Anche in questo caso quindi la conversione della premialità in welfare aziendale comporta un duplice vantaggio, per l’azienda e per il lavoratore.
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