La parità salariale tra uomini e donne è un tema di grande attualità e importanza in Italia. Nonostante i progressi legislativi e le iniziative a livello europeo, il gender pay gap rimane una questione irrisolta. In questo articolo, esploreremo la normativa italiana ed europea sulla parità salariale, analizzeremo il fenomeno del gender pay gap e discuteremo come il welfare aziendale possa contribuire a creare strategie di reward più eque.
Questo articolo servirà per comprendere:
• Parità salariale oggi
• Gender pay gap in Italia (gli ultimi dati)
• Normativa nazionale per la parità salariale
• Direttiva europea per la parità salariale
• Il welfare aziendale a supporto della parità salariale
• Contatta DoubleYou per una consulenza gratuita
La donna nella società italiana continua a vivere una forte disuguaglianza, frutto di un retaggio storico e culturale radicato. Questo si traduce (anche) in una disparità di genere nel mercato del lavoro, evidenziata anche dal World Gender Gap Report 2024 - pubblicato ogni anno dal World Economic Forum – secondo cui l’Italia si posiziona al 87° posto: il punteggio più basso è stato ottenuto nella voce “Partecipazione economica e opportunità per le donne”.
Ancora oggi le donne che entrano nel mondo del lavoro si trovano costrette ad affrontare difficoltà nei ruoli dirigenziali e non, essendo spesso vittime del gender pay gap, ossia una differenza retributiva a parità di mansioni.
I dati mostrano come in Italia il gender pay gap sia ancora significativo:
Tuttavia, è importante segnalare che la disparità salariale non è una questione solo italiana ma globale: infatti, a livello mondiale, le donne guadagnano in media il 77% del salario degli uomini
In Italia, diverse iniziative legislative hanno cercato di affrontare la disparità di genere. Ricordiamoci però della primaria fonte legislativa del nostro Paese: la Costituzione, che con gli articoli 3, 4, 37, 48, 51 e 117 promuove l'uguaglianza tra uomini e donne. Andando avanti negli anni, ricordiamo poi la legge 66/1963, che ha riconosciuto alla donna l’accesso alle cariche pubbliche, la L. 903/1977 che ha introdotto la parità di trattamento ai fini previdenziali e soprattutto ha posto un divieto generale di discriminazione diretta per l’accesso al lavoro, la L. 125/1991 (modificata dal D.Lgs. n. 145/2005, recependo la Direttiva 2002/73/CE) che ha posto un divieto alle discriminazioni indirette, dando anche una definizione alle azioni positive volte a rimuovere gli ostacoli che impediscono la realizzazione delle pari opportunità.
Fino ad arrivare al più recente D.Lgs. n. 198/2006, noto come "Codice delle pari opportunità tra uomo e donna", che rappresenta una regolamentazione vera e propria e che è stato recentemente modificato attraverso la Legge n. 162/2021, conosciuta come Legge Gribaudo. La Legge Gribaudo ha introdotto importanti modifiche, tra cui l'obbligo per le aziende con più di 50 dipendenti di redigere un rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile. Questa legge, con l'articolo 46 bis del Codice delle Pari Opportunità, ha anche introdotto la Certificazione per la Parità di Genere, rivolta ad attestare che l'azienda stia adottando politiche e misure concrete per ridurre il divario di genere, migliorare l’opportunità di crescita, incentivare la parità salariale e la parità di mansioni, gestire le differenze di genere e proteggere equamente la maternità.
La legge 162 offre anche degli incentivi alle aziende, tra cui:
L’Unione Europea ha adottato nel corso del tempo diversi piani di azione, tra questi il più recente è la Strategia per la Parità di Genere 2020-2025. Tra i principali obiettivi della strategia ritroviamo:
Un secondo elemento da considerare nell’ambito europeo a supporto della parità salariale è la Direttiva 970/2023, che mira a rafforzare il principio della parità di retribuzione tra uomini e donne attraverso la trasparenza retributiva. Questa direttiva, che dovrà essere recepita dagli Stati membri entro il 2026, introduce misure come la trasparenza salariale prima dell’assunzione e il diritto dei lavoratori di accedere alle informazioni sui criteri retributivi.
Per affrontare il gender pay gap e promuovere l’equità di genere, il welfare aziendale può svolgere un ruolo cruciale: offrire una piattaforma unica e paritaria che dia l’opportunità ad ogni lavoratore di creare il proprio pacchetto di benefit personalizzato può soddisfare i bisogni di tutti i lavoratori, dai trattamenti per disabilità al supporto familiare, cure sanitarie, supporto psicologico, formazione professionale, tempo libero e molto altro. La missione del welfare e della DE&I (diversity, equity and inclusion) è rendere le persone più efficienti ed efficaci, soddisfacendo sia esigenze professionali che personali in un contesto paritario. Questo non solo aumenta la produttività aziendale, ma permette anche un riconoscimento meritocratico a tutti i lavoratori, garantendo equità di trattamento.
Sebbene la normativa italiana fornisca strumenti per combattere la disparità di genere, resta ancora molto da fare per concretizzare questi principi. È fondamentale eliminare gli stereotipi di genere e investire in politiche di welfare che promuovano l'uguaglianza, ma come? Le aziende devono assumersi la responsabilità sociale di attuare politiche DE&I a livello manageriale che valorizzino le potenzialità individuali indipendentemente dal genere.
DoubleYou supporta le aziende Italiane in questo percorso, offrendo consulenze mirate e su misura con l’obiettivo di aiutare le aziende ad ottenere la Certificazione per la Parità di Genere e implementare strategie di welfare efficaci.
Se desideri approfondire il tema, contattaci per una consulenza gratuita. Il nostro team sarà lieto di rispondere a tutte le tue domande.