L’Art. 51 TUIR è la principale fonte normativa del welfare aziendale: scopriamo che cosa indica e quali sono le altre normative dedicate al welfare.
Il TUIR è il Testo Unico delle Imposte sui Redditi e all’articolo 51 si occupa di disciplinare la Determinazione del Reddito di Lavoro Dipendente e la concorrenza dei diversi importi alla formazione del reddito da lavoro dipendente, con conseguenti implicazioni in materia di welfare aziendale.
Nello specifico, l’articolo individua l’ampio panel di servizi erogabili ai lavoratori che non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente e che sono deducibili dal reddito di impresa, con beneficio fiscale sia a favore delle aziende e sia dei lavoratori.
Tra i servizi erogabili troviamo:
Anche sulle modalità di erogazione dei servizi welfare sono previste specifiche regole: l’erogazione di beni e servizi ai dipendenti, dove non rimborsabile, può essere legittimata da documenti in formato cartaceo o elettronico nominali. In sostanza si parla di voucher, il cui valore complessivo varia a seconda di quanto previsto dalla normativa.
Nei casi in cui nel periodo d’imposta tale valore venga superato, il valore di quanto corrisposto in benefit concorrerà alla formazione del reddito. La soglia per i fringe benefit, ad esempio, è di €258,23, quella per la previdenza complementare è di €5.165,67 in mancanza della conversione del Premio di Risultato, mentre per altre categorie di benefit non ci sono limiti.
Il welfare aziendale, oltre che negli artt.51 e 100 del TUIR, trova una regolamentazione anche in altre normative nazionali. In particolare, si fa riferimento alle Leggi di Stabilità 2016 e 2017.
La Legge di Stabilità 2016 ha introdotto la possibilità di convertire il premio di risultato in welfare o, in alternativa, di godere di una tassazione agevolata in busta paga del 10%. Inoltre, ha esteso le prestazioni welfare anche a servizi relativi all’educazione e all’istruzione dei figli dei dipendenti, come i rimborsi delle spese scolastiche, il servizio mensa, le navette…
La Legge di Stabilità 2017 ha ampliato le agevolazioni introdotte dalla legge dell’anno precedente, in particolar modo ha modificato alcune soglie di tassazione imposte per poter fruire dei vantaggi fiscali, consentendo l’accesso alla tassazione agevolata ai redditi fino a 80.000 euro e aumentato l’importo erogabile in welfare da 2.000 a 3.000 euro nella generalità dei casi.
Con la pandemia di COVID-19, il legislatore ha introdotto ulteriori misure di welfare aziendale per sostenere il benessere dei lavoratori in un periodo di emergenza sanitaria. I Decreti Ristori hanno ampliato le possibilità di accesso ai fringe benefit, innalzando la soglia di esenzione fiscale per il 2020 da €258,23 a €516,46. Tale soglia raddoppiata ha rappresentato un'importante agevolazione per le aziende che hanno voluto offrire un sostegno concreto ai propri dipendenti in un periodo di difficoltà economiche.
La Legge di Bilancio 2021, in continuità con le misure straordinarie introdotte nel 2020, ha confermato la possibilità di erogare fringe benefit con soglia di esenzione di €516,46, estendendola anche per l'anno fiscale 2021, dimostrando un chiaro intento di agevolare le imprese e incentivare piani di welfare flessibili.
Con la Legge di Bilancio 2023, sono state apportate ulteriori modifiche rilevanti. Una delle novità principali è stata l'estensione del beneficio dei fringe benefit a €3.000 per i lavoratori con figli a carico, legata agli aumenti del costo della vita e ai rincari energetici. Questa misura è stata introdotta per agevolare le famiglie nel sostenere spese straordinarie, quali bollette di luce, gas e acqua. Inoltre, è stata rafforzata la possibilità di convertire il premio di risultato in welfare, consolidando il trend delle scelte aziendali orientate alla retribuzione flessibile.
Il Decreto Lavoro 2023 ha confermato ulteriori agevolazioni, specificando che i rimborsi per bollette e utenze domestiche sono completamente esentasse nel contesto di piani di welfare aziendale, con l’obiettivo di fronteggiare l’inflazione e i costi sempre più elevati per le famiglie. Inoltre, il Decreto ha posto l'accento sulla flessibilità, dando maggiore libertà alle imprese nel definire i pacchetti di welfare, permettendo di adattarli alle specifiche esigenze dei lavoratori e all'evoluzione del mercato del lavoro.
Legge di Bilancio 2024: la normativa più recente ha innalzato il tetto di esenzione fiscale per i fringe benefit. A partire dal 2024, i beni e i servizi erogati dalle aziende ai lavoratori sono esenti da imposte fino a 1.000 euro. Questo limite può aumentare fino a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico. Tra le spese che possono rientrare nei benefit esenti non ci sono solo le utenze domestiche (luce, acqua, gas), ma anche le spese per l’affitto o gli interessi sul mutuo della prima casa, anche se intestati a un coniuge o a un altro familiare del lavoratore.
Queste novità rappresentano un passo importante per adattare il welfare aziendale alle nuove esigenze sociali ed economiche, fornendo ai lavoratori ulteriori strumenti per affrontare il costo della vita e migliorare il proprio benessere.
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